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Vittimismo | Ti senti vittima del mondo?

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Oggi ti parlerò di vittimismo, ne hai mai sentito parlare? Sono certo di sì.

È un termine che è ormai entrato a far parte della nostra vita quotidiana in maniera diffusa. Il gran problema è che viene adoperato non soltanto nelle circostanze dove è appropriato usarlo, ma anche in situazioni scherzose, nelle quali perde il peso che dovrebbe in realtà avere.

Ecco perché oggi credo sia importante parlare di vittimismo nel suo senso originario, di modo da definire di cosa si tratta e inquadrarne bene il significato… e non solo. Ciò che reputo fondamentale è fartene comprendere le manifestazioni tipiche.

“A quale scopo?”, mi domanderai tu. Uno solo: il mio obiettivo è quello di sfruttare la comprensione del fenomeno per aiutarti a essere più consapevole di te stesso e delle persone intorno a te.

In pratica, se riuscirò a farti comprendere in cosa consiste un atteggiamento vittimista, avrai gli strumenti per rifletterci e capire se ogni tanto ti comporti da vittima anche tu, oppure se lo fanno le persone con cui interagisci abitualmente.

Questi stessi strumenti ti daranno modo di renderti conto di cosa si nasconda dietro a questi comportamenti, quale sia il reale motivo per cui una persona scelga di sentirsi o mostrarsi come vittima agli occhi degli altri e cosa voglia ottenere davvero.

Non è poco, vero? Allora direi che è tempo di entrare nel vivo del discorso.

Il cervello milionario

Vittimismo: di cosa si tratta?

Per definire cos’è il vittimismo, propongo di prendere come riferimento il vocabolario Treccani, che definisce il vittimismo come un’“inclinazione a fare la vittima, cioè a considerarsi sempre oppresso, perseguitato, osteggiato e danneggiato da persone e circostanze, e a lamentarsene (ma a volte anche a compiacersene)”. Si capisce subito che si tratta di un termine che racchiude in sé condizioni diverse, di natura più o meno grave. Tra quelle che potremmo definire “gravi” rientra l’atteggiamento di alcune persone che, portando la propria inclinazione vittimista all’eccesso, cercano di creare apposta situazioni per cui poter soffrire e lamentarsi, sfruttandole per guadagnarsi la simpatia altrui.

Prova a fare mente locale e a pensare se ti sia mai capitato di vivere una situazione difficile, di sentirti vulnerabile. Vedi, in quei casi ricercare dagli altri attenzione e protezione è del tutto normale. Se però questo tipo di atteggiamento si reitera e diventa il nostro modo “tipico” di relazionarci con il prossimo, ovvero se non parliamo d’altro che delle nostre sciagure e sfortune e di quanto tutto sembri sempre architettato per il nostro male, allora… come dire? Siamo andati oltre e stiamo esagerando. Senza saperlo, stiamo danneggiando la nostra vita relazionale.

A breve ti spiegherò il perché, illustrandoti anche il modo in cui poter individuare subito una persona che soffre di vittimismo.

Come si riconosce un vittimista?

Imparare a riconoscere un vittimista, ovvero una persona che soffre di vittimismo, non è poi così difficile. Ci sono diversi elementi che ti potranno aiutare a riconoscere quelli che sono i segnali tipici.

Intanto, caratteristica più evidente di chi soffre di vittimismo è il fatto di essere convinto che tutto ciò che gli accade sia colpa degli altri. Ha una visione della realtà distorta per cui non c’è nulla della propria vita sotto il suo diretto controllo: tutto dipende da casualità, fortuna o malevolenza altrui.

Sai qual è il risultato? Il vittimista evita ogni responsabilità: non è mai colpevole di nulla. È fondamentalmente incapace di muovere un’onesta autocritica rispetto ai propri comportamenti o alle proprie azioni. Secondo lui, tutte le colpe e le responsabilità per ciò che non va sono da imputare a qualcun altro (o a qualcos’altro).

In quest’ottica credo tu riesca ora a capire perché il vittimismo è in grado di minare qualsiasi relazione con gli altri, vero?

Essendo sempre alla ricerca di un colpevole esterno, chi soffre di vittimismo adotta un atteggiamento che il più delle volte è sospettoso, diffidente, pessimista.

Senza contare l’insensatezza del suo lamentarsi! Il vittimista si lagna di tutto e di tutti, ma non cerca soluzione ai propri problemi. Ciò che realmente vuole ottenere sono l’attenzione, la compassione e la simpatia altrui. Nient’altro. Il che significa che non ci sono speranze: le sue lamentele non avranno mai fine.

Secondo te chi può avere voglia e desiderio di stare accanto una persona così, che dipinge sempre tutto di nero e che pensa sempre di essere vittima di qualche cospirazione o complotto? La risposta non è difficile da immaginare.

Se ti interessa questo argomento leggi anche questo Articolo, cliccando QUI.

Non essere vittima di te stesso

Chi soffre di vittimismo è vittima prima di tutto di se stesso. L’atteggiamento vittimista può attirare le simpatie di qualcuno, ma sempre per un periodo di tempo limitato. A lungo andare, il vittimismo logora e stanca, e le persone rifuggono i vittimisti perché la loro diventa un’influenza negativa e fastidiosa.

Non fraintendermi: a volte capita sul serio di essere vittima delle circostanze. È capitato anche a me di vivere situazioni simili. La vita è fatta anche di questi momenti, purtroppo.

Quello che voglio dire, però, è che non esistono situazioni in cui non sia possibile fare la differenza. Magari non hai alcuna via d’uscita, sei costretto da impedimenti e ostacoli da tutti i lati, non hai spazio nemmeno per muoverti e ti senti soffocare, ma puoi comunque fare la differenza. In che modo? Col tuo pensiero, con quello che hai dentro. Anche nella peggiore delle circostanze, puoi scegliere di non rimanere schiavo e vittima di quanto accade, ma di trasformare ciò che stai vivendo in un’opportunità.

Nell’opportunità, ad esempio, di imparare a essere più paziente, più resiliente, più forte. Come anche nell’opportunità di conoscerti per la persona che sei quando provi paura o quando ti senti alle strette. Questo è un modo come un altro per tirare fuori il meglio anche da una situazione di questo genere, nonché di conoscerti più a fondo.

E se proprio non ti dovesse riuscire, di tirare fuori il meglio? Puoi per lo meno accettare l’aiuto e i consigli altrui, scegliere di tentare di cambiare la tua condizione di vittima. Scegliere di rimboccarti le maniche e cambiare.

Ti assicuro che è soltanto quando il vittimismo viene messo da parte e si cerca di relazionarsi con gli altri mostrandosi senza maschere, come una persona vera, che si possono costruire relazioni ben più soddisfacenti e appaganti.

Dario Silvestri

Practice, Dedication, Results