Tra le tante paure e gli innumerevoli timori che nutriamo nel quotidiano, ritengo che la paura del giudizio degli altri sia una delle più interessanti.
Lo so, forse ti sembrerà inusuale, ma la paura del giudizio degli altri rientra tanto nei miei interessi personali quanto professionali: sono infatti uno specialista della performance, e come tale lavoro a stretto contatto con le persone per aiutarle a riguadagnare la propria autostima, conseguire risultati concreti e raggiungere il successo ed una vita felice. Ti sarà dunque facile comprendere come conoscere le paure e capire come superarle faccia parte della mia quotidianità.
Un aspetto davvero curioso è che il più delle volte le paure che nutriamo sono immaginarie, un frutto della nostra mente. Non sono caratterizzate da un riscontro nella realtà. Ancora più curioso è il fatto che magari lo sappiamo e ce ne rendiamo perfettamente conto, ma la nostra mente non sembra rispondere alla più semplice logica. E sai perché? Perché non si tratta di una banale questione matematica, purtroppo. In quel caso sarebbe tutto molto più semplice. La nostra mente funziona in modo molto più complesso.
Da dove deriva la paura del giudizio degli altri
La paura del giudizio degli altri è molto diffusa, più di quanto tu creda, perciò non pensare di essere l’unico a provarla. È così comune perché di norma ha radici profonde che hanno cominciato a radicarsi e farsi strada in noi fin dalla nostra più tenera età.
Pensa ai tuoi genitori, che hanno rappresentato le tue figure di riferimento sin dalla nascita. Pensa a quante volte ti hanno ripetuto cosa avresti dovuto fare, vietato di fare qualcosa di specifico o spiegato che avresti dovuto comportarti o agire in tutt’altro modo rispetto a quello che tu ritenevi corretto. È possibile che lo facciano ancora adesso, quando ormai hai un’età per la quale si ritiene tu possa agire in piena autonomia, vero?
È da quei loro costanti rimproveri e da quelle parole, ripetute come un ritornello che non ha mai fine giorno dopo giorno, che ha avuto origine la paura del giudizio degli altri, che ti attanaglia ogni qualvolta vorresti fare qualcosa che non rientra nei canoni di ciò che consideri lecito in base agli insegnamenti che ti hanno impartito.
Negli anni, quelle parole hanno iniziato a costruire strutture solide dentro di te e a trasformarsi gradualmente in una gabbia. Una gabbia che è per sua natura estremamente pericolosa, perché non ti accorgi del modo in cui ti influenza. La sua particolarità infatti è che non puoi vederla: si trova dentro di te, non è visibile né tangibile.
La gabbia che non fa per te
Il grande problema di questa gabbia è che, senza che tu te ne accorga, pone dei grandissimi limiti alla tua vita. La paura del giudizio è un segnale importante che la tua mente ti sta lanciando: è abituata ad avvertire le nuove strade come pericolose, quindi ti segnala che stai uscendo dal tracciato consueto, creando in te un senso di insicurezza e ansia che ti blocca e che, in alcuni casi, ti porta a retrocedere e a tornare a percorrere la via originaria.
Quando il timore di essere giudicato e di sbagliare ti fa battere in ritirata, sta creando un vero e proprio ostacolo alla tua libertà di scelta e alla tua possibilità di realizzare i tuoi obiettivi. Ti influenza al punto tale da spingerti a smettere di chiederti quali siano i tuoi desideri. La gabbia, insomma, è intangibile, ma sono concreti gli effetti che produce. Così ti ritrovi a percorrere strade che non ti corrispondono, ma che ti fanno sentire al sicuro e adeguato agli occhi degli altri. Ma ai tuoi?
La vera chiave per la tua libertà
Pensa se avessi la chiave di quella gabbia e potessi aprirla. Dove andresti? Che faresti? Pensa di poter ottenere l’approvazione delle persone per te importanti rispetto a qualsiasi scelta tu voglia fare. Pensa a come ti sentiresti libero se approvassero ogni tuo singolo progetto. Pensa a come ti sentiresti leggero se ti dessero tutta la libertà di cui senti di aver bisogno per scegliere cosa fare della tua vita.
Se riuscissi a convincere tutte le persone che hai attorno che le tue scelte sono corrette e valide, ti sentiresti così libero e leggero? L’approvazione potrebbe essere la chiave?
Temo di no. L’approvazione degli altri è una chiave che trae in inganno: apre lo sportellino della gabbia solo quel tanto che basta a lasciarti qualche ora d’aria. Avresti un po’ di tempo per sgranchirti le ali, ma non a sufficienza per imparare a volare.
La chiave che funziona davvero è in realtà un po’ particolare. All’inizio potresti avere l’impressione che non funzioni: è difficile da manovrare e molto pesante. Ma una volta che l’hai infilata nella serratura e inizi a farle compiere il primo giro, sembra irradiare dal suo metallo una strana vibrazione che ti fa stare bene. E senza neanche accorgertene, scopri che è scomparsa portandosi dietro la tua gabbia e senza lasciare alcuna traccia.
Come descrizione potrà sembrarti un po’ strana, ma il senso è questo: quello che volevo farti arrivare, descrivendoti questa immagine, è che all’inizio la chiave, quella che davvero ti può rendere libero, ti potrebbe sembrare pesante e difficile da utilizzare perché rappresenta lo sforzo che devi compiere per venire a capo della tua paura. Una volta superata quella, però, sarai uscito dalla gabbia.
Ciò che ti separa dalla tua libertà interiore è accettare il fatto che, se anche nessuno dovesse darti più alcun consiglio o indicazione, il tuo limite nei confronti delle tue azioni ce l’hai dentro. Quando ti assale la paura del giudizio, sei tu ad averla innescata. Gli unici occhi puntati su di te e sulle tue azioni sono i tuoi. E allo stesso modo, l’unica approvazione che ti serve per poter seguire la tua strada è la tua.
È tutt’altro che semplice, me ne rendo conto. Ma la posta in gioco non è cosa di poco conto:
Perché più ti lasci trascinare dai desideri degli altri, più ti allontani da te stesso e dalla tua libertà, dalla tua autostima, dal conseguimento dei tuoi obiettivi e del successo che meriti. Quindi non lasciarti imbrigliare dalla paura del giudizio degli altri, cerca la tua chiave e spicca il volo. Ne vale davvero la pena.
Dario Silvestri
Practice, Dedication, Results