Non credere in se stessi è un’attitudine
Ed è più comune di quanto si possa ritenere possibile. Siamo inclini a pensare che nutrire fiducia nei nostri confronti e nelle nostre abilità venga da sé e sia un aspetto naturale del nostro crescere, del nostro stare al mondo. È davvero così?
Lo è soltanto fino ai 4-5 anni di età. Da lì in poi, invece, l’insicurezza inizia a impadronirsi di noi. Lo fa per gradi, un passettino per volta, man mano che veniamo “iniziati” – se così si può dire – al vivere civile, alle regole di buona creanza e ai desideri che gli altri nutrono per noi e il nostro futuro.
Siamo in questo modo costantemente soggetti ad ammonimenti, sgridate, punizioni e condizionamenti più o meno sottili, il risultato dei quali ci dovrebbe consentire di entrare a buon diritto e con successo a far parte del mondo dei nostri simili, conoscendone per filo e per segno tutte le norme comportamentali e morali.
È un’educazione necessaria, questo è indubbio. Ma fino a un certo punto: c’è una linea invisibile che definisce il confine tra ciò che “devi essere” per stare bene con gli altri e ciò che “ti è stato detto che devi essere” per soddisfare l’idea che gli altri hanno di te. Sono due cose ben diverse.
Non credere in se stessi è un male?
Non credere in se stessi è un male. Dove pensi di andare? Quali risultati pensi di raggiungere? Quale strada credi sia giusto percorrere?
Se non credi in te stesso, non sarai mai in grado di rispondere a nessuna di queste domande. Peggio ancora, non sarai in grado di essere neanche solo lontanamente felice. Se non nutri fiducia nelle tue capacità e nelle tue risorse, non avrai neanche la possibilità di superare in modo adeguato le difficoltà. Ci sono tutti gli ingredienti per una vita disastrosa.
È uno scenario un po’ troppo apocalittico, dici? È vero. Però sai, se c’è anche un pizzico di verità nel detto “se tocchi il fondo, non puoi far altro che risalire”, allora per quanto mi riguarda preferisco raggiungere il fondo il prima possibile. Inutile barcamenarsi a mezza via, senza stare né bene né male, senza alcuna definizione.
Non credere in se stessi mette le persone in condizione di perdere questa gara a tavolino. Non si può proseguire, non nel modo giusto per lo meno, perché invece di intraprendere la strada che più risponde al tipo di persona che si è, si finisce per imboccare quella suggerita da altri.
Immagina di essere tu a seguire questo circolo vizioso e a continuare a muoverti in cerchio una, due, tre volte.. e poi ancora e ancora. A forza di non dare forma concreta ai tuoi desideri e ai tuoi sogni, non darai nemmeno loro lo spazio necessario per crescere e maturare, e col tempo perderai una di quelle cose che tutti i bambini hanno ma che la maggior parte degli adulti ha invece perso: la passione.
Allora no, non credere in se stessi non è un male: è il male.
Alla ricerca del tuo io
Pensa con la tua testa. Inizia a interrogarti su ogni singolo elemento della tua giornata. Poniti delle domande e non lesinare sulle risposte, sii il più sincero possibile.
Quanto ti piace la tua vita? Quanto è in linea con ciò che ami e ciò che desideri?
Se ritieni che rispecchi il 100% di chi sei, puoi anche smetterla di leggere in questo preciso istante. Sai chi sei, sai dove stai andando e con molta probabilità sei già ben direzionato verso la realizzazione dei tuoi obiettivi. Ti auguro il meglio.
La verità, invece, è che con grande probabilità sei molto lontano da quella percentuale. Vuoi sapere il perché? Perché non hai ancora imparato a distinguere tra ciò che pensi e ciò che ti hanno programmato a pensare. Non è capitato solo a te, è la storia di tutti.
C’è però una sostanziale differenza tra le persone su questa terra. Da una parte, c’è chi vive tutta la propria vita in questo modo ma senza neanche accorgersene. Dall’altra, invece, vi sono i più fortunati: quelli che non solo se ne accorgono, ma che imparano a uscire da quella programmazione e a riappropriarsi del proprio io autentico.
Puoi fidarti solo di te stesso
Sai quand’è che risulta facile non avere fiducia in se stessi? Quando non si sa nemmeno chi si è davvero. È per questo che ritrovare il tuo io autentico è tanto importante. Solo quando avrai completato quella ricerca e accantonato tutti i condizionamenti che ti hanno inculcato sin da piccolo potrai iniziare a fare sul serio, a creare qualcosa di concreto e che abbia un valore per te stesso.
Non è l’impegno che fa la differenza. L’impegno è importante, ma quando viene incanalato nella giusta direzione. Se la tua scelta è dettata soltanto dal desiderio di compiacere gli altri, non sarà mai alimentata dalla passione, che è l’unico carburante su cui puoi contare per avere voglia di superare i tuoi limiti e il desiderio di eccellere. Se il percorso non è il tuo, è come se ti ritrovassi a nuotare controcorrente. Potresti essere il migliore nuotatore del mondo, ma a un certo punto finiresti per desistere. Del resto, perché continuare?
Certo non tutto quello che gli altri ti suggeriscono o dicono è da scartare a priori. Potrebbero avere ragione, oppure dei buoni motivi per darti un determinato consiglio. Quindi, che fare? Usa il buon senso e dubita un buon numero di volte; tuttavia, ricorda sempre che alla fin fine l’unico ad avere l’ultima parola, per quanto riguarda la tua vita, sei tu.
Credi in te stesso e punta in alto
Come ti dicevo all’inizio, non credere in se stessi è terribile perché ti lega le mani, ti tiene ancorato a una realtà che non è la tua, dove trascorri l’esistenza nella più totale piattezza. E non perché sei piatto tu, ma perché lo diventi a forza di non coltivare e nutrire le tue emozioni più profonde.
Come puoi essere felice se non ti dedichi a ciò che ti potrebbe rendere felice? Il segreto sta tutto lì: nel farsi coraggio e uscire da quel programma, da quella visione del mondo che ti hanno forzato di accettare senza che tu potessi neanche ribadire che no, non era ciò che volevi.
E prima esci da questo giogo che schiavizza le tue giornate e il tuo benessere interiore, prima uscirai da quella gabbia dorata e potrai spiccare il volo.
“… e se mi schianto, Dario? Se poi scopro di non essere capace a volare?”
Sai, Einstein sosteneva che il calabrone non potrebbe volare. La sua struttura alare e il suo peso non lo rendono adatto al volo. Il calabrone però questo non lo sa, e vola lo stesso, a dispetto delle leggi della fisica.
Quindi è semplice: volerai quando avrai abbastanza fiducia in te stesso per volare. Fidati di te stesso, non ti serve altro.
Dario Silvestri
Practice, Dedication, Results