“Cosa posso fare quando non ho nessun obiettivo?”
Questa domanda riassume perfettamente ciò di cui voglio parlarti oggi. Se sei arrivato al punto da porti un quesito del genere, ho la forte impressione che tu possa essere sulla buona strada per cambiare la tua vita.
Vedi, nella mia prospettiva una domanda come “cosa posso fare quando non ho nessun obiettivo?” suggerisce una sola cosa: che hai perso la bussola. Magari fino ad ora sei andato avanti lasciandoti trascinare, lasciandoti vivere, non agendo ma reagendo a tutto ciò che avveniva attorno a te. Schiavo rassegnato di fronte agli eventi esterni.
Sono in tanti a essere bravi, anzi bravissimi, ad andare avanti così per anni e anni senza accorgersi di niente e senza neppure dubitare, nemmeno per un istante, che ci possa essere altro oltre a questa vita da perfetti zombie. Una vita casa-lavoro-casa, dove la massima trasgressione è magari quella di uscire una sera a bersi una birra con gli amici.
Se hai invece iniziato a porti questa domanda e a cercare risposte, significa che hai aperto gli occhi. Hai compreso in quale buco nero sei finito e hai deciso di tirartene fuori in qualche modo. Magari non sai come fare a cambiare direzione, e questo lo capisco, anche perché non avviene certo con un semplice schiocco di dita.
Tuttavia, credimi: il fatto che tu ora abbia consapevolezza del tuo stato può rappresentare l’inizio di qualcosa di eccezionale. Hai deciso che è ora di uscire dalla stasi, di darti una mossa (e una regolata) e iniziare a impegnarti davvero per te stesso. Sei pronto a metterti in gioco? Sei pronto a cambiare?
Cosa posso fare quando non ho nessun obiettivo?
Ciò che ora ti rivelerò potrebbe non farti piacere, ma è necessario che tu ne prenda atto: quando non hai nessun obiettivo, di norma è perché ti fa comodo non averne.
Una parte di te, quella che fino ad oggi è stata la più forte e preponderante, ti ha spinto a lasciare che fossero gli altri a prendere decisioni al posto tuo, a definire quale potesse essere la tua strada, quali passi ti convenisse compiere.
Di norma dovrebbero essere soltanto i bambini a vivere una condizione di totale ubbidienza di fronte agli adulti, e per ovvie ragioni. Devono crescere, farsi le ossa, acquisire fiducia in sé stessi per prendere le misure col mondo che li circonda, così da potervisi muovere con sicurezza in un secondo momento.
Se questa condizione si è trascinata in età adulta, significa che è venuto meno un passaggio fondamentale. Il motivo si può descrivere con una parola soltanto: paura.
Paura di non riuscire a reggerti sulle tue gambe, paura di non essere in grado di intraprendere la tua strada, paura di ritrovarti da solo, paura di prendere le distanze dagli insegnamenti e condizionamenti che gli altri, pur volendoti bene, ti hanno inculcato.
Hai preferito aderire a quel vecchio programma, confortante e senza rischi, che ti hanno consigliato di seguire perché “più sicuro”. E se nel frattempo le tue emozioni sono morte, una ad una, per la vuotezza pneumatica dentro cui ti sei ritrovato a respirare, poco importa. Poco importa anche se si è spenta la tua voglia di cambiare e migliorarti.
Eppure ora qualcosa è cambiato. Hai alzato lo sguardo, visto un orizzonte vuoto e provato paura. Paura, questa volta, che tutto possa rimanere esattamente così com’è.
Devi accoglierla e ringraziarla, questa paura. Insieme al dolore, infatti, è una delle più potenti leve per il cambiamento.
La domanda giusta: cosa desideri davvero?
Forse è trascorso tempo da quando hai dato spazio a un desiderio che fosse tuo in tutto e per tutto. Che non fosse frutto di suggerimenti, consigli, raccomandazioni altrui. Devi riscoprirti, ritrovare il polso della tua volontà e liberarti di tutte quelle influenze esterne che hanno dettato quali dovessero essere le tue speranze per il futuro.
Non è più tempo di domandarti: “Cosa posso fare quando non ho nessun obiettivo?”. La domanda giusta d’ora in poi dovrà essere: “Che cosa voglio per me stesso?”.
Questo è l’unico quesito a cui ha senso tu trovi risposta in questo momento. Devi ritrovare la tua essenza, capire ciò che ti smuove e ti rende vivo ed entusiasta di affrontare il nuovo giorno ogni mattina.
Non c’è spazio per altro, e di certo non ce n’è per quelle petulanti voci esterne abituate a dettare il bello e il cattivo tempo nella tua vita. Allontana da te le persone che non credono tu possa cambiare, chi accetta il malessere come status quo, chi non vuole vederti diverso da come sei sempre stato.
Insieme a loro, cerca di mettere da parte anche i sensi di colpa che sei abituato a provare ogni volta che ti allontani dal sentiero scontato, già battuto, che è già lì che ti attende. Tu sei molto più di questo. Devi solo concederti fiducia e crederci anche tu.
Esci dal loop, inizia a cambiare
Naturalmente questo non basta. Non lo dico per mettere le mani avanti. Non sono certo io il disfattista che ti dice di non fare assolutamente niente e di rimanere lì dove sei. Solo, non pensare che basti.
Non basta prendere coscienza e iniziare a compiere il primo, timido passo verso la propria realizzazione. Chiedersi “Cosa posso fare quando non ho nessun obiettivo?” è soltanto l’inizio della tua presa di coscienza. Il passo successivo è quello di iniziare a scandagliare l’universo dei tuoi desideri. Di passi però ne dovranno seguire altri, tanti altri ancora.
Così tanti da non poterli nemmeno contare.
“Bene Dario, quindi una volta raggiunto l’obiettivo potrò dire di essere arrivato?”
Immaginami. Sto sorridendo e scuotendo la testa. Perché c’è una cosa che accade, quando si intraprende questo viaggio per il cambiamento. Ci si accorge infatti che ci si può dire veramente arrivati soltanto quando “non si vorrà più arrivare”. A quel punto sarai ormai abituato a sognare senza porti confini, a spostare l’asticella dei tuoi traguardi sempre un po’ più in là, a vivere in grande, dentro e fuori.
Perché avrai acquisito una delle abitudini più incredibili e portentose: l’abitudine al cambiamento. A quel punto sì, sarai davvero arrivato.
Dario Silvestri
Practice, Dedication, Results